Una trottola, una scacchiera e poi ancora la pentolaccia, la storia delle persone e del Paese può essere raccontata anche attraverso i giochi. Sono spesso ricordi importanti, familiari ed intimi quelli legati ai giochi ma ogni oggetto che da noi viene collocato in una determinata sfera temporale può avere una storia e delle origini molto più antiche. Perchè il gioco, non sempre nel senso più positivo del termine, anzi, ha sempre accompagnato l’uomo passo dopo passo ed in ogni parte del mondo. Pensiamo ad esempio ai dadi. In Italia molti musei dedicano interi spazi al gioco oppure ospitano opere e reperti di notevole importanza. Ma noi quanto ne sappiamo? Spesso poco. Ed è per questo che arriva la nuova campagna social di @museitaliani tutta incentrata su giocattoli, svago e divertimento ovvero #febbraioalmuseo “con la leggerezza del gioco”. Il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo dedica quindi la campagna del mese in corso al gioco su tutti i propri account social posta e condividendo con l’hashtag #giochidarte oltre 60 locandine digitali, sorprendendo con giocattoli evergreen (i dadi, le carte, la palla..) e perfino con veri e propri archetipi dei più moderni balocchi.
“Si scopre -dal sito del Mibact – ai Musei Nazionali Archeologici di Jatta, a Ruvo di Puglia, di Aquileia e di Taranto che il gioco della palla era un gioco principalmente da ragazze (rispettivamente Scena con gioco della palla, Vaso per l’acqua a figure rosse, 400 – 375 a.C., Donna che tiene in mano una palla cucita con pezze esagonali, Altare funerario della famiglia dei Caesernii, I secolo d.C. e Anfora a figure rosse con fanciulle che giocano a palla, seconda metà del IV secolo a.C) e che la fashion doll adulta più famosa al mondo ha antenate lontane, come potrebbe sembrare osservando la bambola in avorio appartenente al corredo funerario di una bambina, risalente al II secolo a.C. conservata al Museo Archeologico Nazionale Romano – Palazzo Massimo. Dagli scacchi (Scacchiera in osso VI – VII sec. D. C., Museo Crypta Balbi) alla Pentolaccia (Carlo Casinio, Gabinetto dei Disegni e delle Stampe degli Uffizi), dal Gioco del civettino (una specie di telefono senza fili, rappresentato da Giovanni di Ser Giovanni detto Lo Scheggia e conservato a Palazzo Davanzati, Musei del Bargello) alle bocce (Ruggero Focardi, Galleria d’Arte Moderna di Palazzo Pitti), fino alle Bolle di sapone (Pierter Cornelisz van Slingelan, Galleria degli Uffizi) e al Solletico (Giuseppe Angeli, Gallerie dell’Accademia di Venezia), l’arte racconta l’evoluzione e l’eternità dello svago, che travalica le epoche e accompagna le età dell’uomo, con divertenti testimonianze: trottole (Trottola etrusca figurata, Museo Archeologico Nazionale di Orvieto), burattini (La giornata del giocattolo italiano, Guglielmo Sansoni detto Tato, Collezione Museo Salce) e biribisse (Gallerie Estensi, Ferrara)”. Una campagna museale questa che l’Italia può permettersi grazie alle inesauribile sorprese e meraviglie che riserva l’arte nel nostro Paese.